Prodotti definiti “pericolosi” può sembrare un’allarmismo futile, invece i casi sono tantissimi e ne citiamo solo alcuni: irritizioni provocate da un capo d’abbigliamento; creme per il corpo nocive; dispositivi elettronici che vanno in corto circuito; giocattoli con materiali fuori norma.
Organi come il RAPEX provvedono a diramare gli avvisi per ritirare i prodotti dal mercato, ma legalmente parlando, il consumatore danneggiato a chi deve chiedere il dovuto risarcimento dei danni.
L’Art.112 co.1 del codice del consumo dice che devono essere puniti con una multa il produttore e il distributore che immettono sul mercato prodotti pericolosi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, sent. n. 8679/14 del 24.02.2014.,fornisce ulteriori chiarimenti. Secondo i giudici in caso di immissione sul mercato di prodotti pericolosi, possono essere considerati responsabili tutti gli operatori professionali del ciclo di commercializzazione, compreso il rivenditore al dettaglio che fornisce il prodotto al consumatore finale.
Quindi gli ermellini in questa sentenza, interpretano la definizione del codice del consumo, allargando la responsabilà anche al rivenditore al dettaglio. In questo caso il consumatore può richiedere il risarcimento a diversi soggetti. Non a caso tra gli obbiettivi primari del codice del consumo c’è proprio quello di impedire l’immissione sul mercato di prodotti nocivi alla tutela dei consumatori.
L’AsCii in qualità di associazione a difesa dei consumatori, grazie al suo competente staff legale, difende i cittadini nelle procedure di risarcimento danni causati da un prodotto difettoso.
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