Il New York Times che nei giorni scorsi ha attaccato duramente prima il Made in Italy e dopo più in particolare i prodotti del Sud Italia, fa marcia indietro e corregge il tiro.
Dopo le proteste scatenate dai produttori e dagli addetti ai lavori contro l’articolo della testata americana sulla tossicità dell’olio extravergine italiano, sono arrivate alcune smentite.
Innanzitutto l’autore dell’infografia, Nicholas Blechmen, ha detto di essersi ispirato al libro di Tom Mueller, “Extraverginità. Il sublime e scandaloso mondo dell’olio d’oliva”. Muller si è totalmente allontanato da quelle vignette, dichiarando “Errori e interpretazioni errate, che non corrispondono a quanto io abbia mai scritto o a quanto pensi”.
E’ specificato che “solo in alcune” e non in “tutte” le raffinerie l’olio viene miscelato con oli di qualità inferiore o adulterato chimicamente.
E cosa più importante di tutte: è stata eliminata come riferimento la dicitura “Made in Italy” e sostitutita con “Packed in Italy” (imbottigliato in Italia) o “Imported from Italy” (importato dall’Italia).
Non dei grandi risultati, ma piccole e importanti correzioni, di un articolo che ha alzato un polverone mediatico internazionale.