Ci sono alcune possibilità per andare in pensione prima di raggiungere i requisiti minimi anagrafici e contributivi, ma sia il lavoratore che l’azienda devono soddisfare alcune condizione.
E’ possibile ricorrere al prepensionamento quando le aziende che hanno più di 15 dipendenti e personale in eccesso, in accordo con i sindacati, possono incentivare le uscite anticipate dei dipendenti “vicini” alla pensione. La procedura può essere avviata solo per i dipendenti a cui mancano meno di 4 anni per raggiungere i requisiti minimi per il pensionamento. Da aggiungere che dopo la riforma Fornero deve essere l’azienda e non lo Stato, a versare all’Inps i contributi mancanti per far raggiungere al lavoratore i requisiti minimi previdenziali.
Sottolineiamo che il più delle volte la pensione sarà più bassa di quanto il dipendente avrebbe percepito nel caso in cui avesse svolto la sua attività lavorativa.
La riduzione è semplice da calcolare: chi va in pensione prima dei 62 anni subisce una leggera perdita che viene applicata soltanto sulla parte “retributiva” (ossia sul totale versato fino al 31 dicembre 2011). La riduzione sarà dell’1% su ognuno dei primi due anni prima dei 62 anni e il 2% su ognuno dei due anni successivi.
Ad esempio se un lavoratore va nel 2015 in pensione all’età di 58 anni, cioè 4 anni prima del compimento dei 62 anni di età, la sua pensione verrà ridotta del 6%, il 2% per i primi due anni (59-60), il 2% per il terzo anno (61) e il 2% per il quarto anno.
Quindi se la sua pensione fosse di 1400 € al mese (1.200 la parte retributiva e 200 euro quella contributiva), il pensionato riceverà 1330 € al mese.
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